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8 Marzo Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale

L’8 Marzo è il giorno in cui si rende omaggio alla donna, un giorno di festa si, ma soprattutto bisogna pensarlo come un momento di rivendicazione dei diritti femminili e di difesa delle conquiste delle donne. un giorno di riflessione, dunque, sulla ancora permanente discriminazione femminile.

8 Marzo Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale

Oggi più che mai il pensiero va alla comunità delle donne ucraine in Italia e in Europa che vivono il dramma e il peso della guerra, che implorano la pace, che combattono per mantenere l’indipendenza dell’Ucraina conquistata trent’anni or sono, per continuare il cammino verso la conquista di migliori condizioni sociali. A loro e alle consorelle della bpw.ukraine la FIDAPA di Senigallia esprime profonda solidarietà con l’augurio che possano festeggiare l’8 marzo.
8 Marzo Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale
Intorno alle origini della data, nel secondo dopoguerra si diffusero alcune fantasiose versioni creando confusione tra episodi di cronaca realmente accaduti e l’iter che condusse all’istituzione dell’8 Marzo Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale.
Infatti non ci sono nessi tra la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, oppure l'incendio della fabbrica Triangle a New York il 25 marzo 1911 che causò la morte di 146 persone, per la maggior parte giovani immigrate italiane ed ebree; e neanche con altri ancora che riferivano di scioperi o incidenti avvenuti a Chicago.
In realtà, la scelta di questo giorno si deve a diversi eventi che hanno visto protagoniste le donne nei primi anni del Novecento:
il Woman’s Day tenutosi negli USA il 28 febbraio 1909, quando si discusse dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne;
il Congresso delle donne tenutosi a Copenaghen nel 1910 in cui le donne socialiste americane proposero di celebrare il sesso femminile con una giornata dedicata al tema della lotta e dell’emancipazione;
l’ondata di scioperi e manifestazioni per la parità di diritti e per il suffragio universale che portava moltissime donne nelle piazze in tutto il mondo.
Un insieme di eventi intercorsi in quel periodo, che culminarono l’8 marzo del 1917 a San Pietroburgo con la rivolta delle donne contro lo Zar, che scesero in piazza per chiedere la fine della prima guerra mondiale .
Nel 1946 l’ 8 Marzo fu celebrato in tutta Italia per iniziativa dell’ l'UDI Unione Donne italiane, in quel giorno vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce tra febbraio e marzo “il fiore che poteva essere raccolto a mazzi e gratuitamente”, indicato da Teresa Mattei, la più giovane eletta all’Assemblea Costituente.
L’ufficialità della sua rilevanza internazionale arriva per volontà delle Nazioni Unite durante l’assemblea del 16 dicembre 1977, che proclama L’8 marzo data ufficiale della "Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale" ("United Nations Day for Women's Rights and International Peace"). Adottando questa risoluzione, l'Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l'urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese. La ricorrenza continuò a non ottenere udienza nell'opinione pubblica finché negli anni non si rafforzò il fenomeno del movimento femminista.
Ancora oggi segnare in rosso sul calendario la casella dell’8 marzo ci serve per meditare sulla condizione femminile, delle violenze fisiche e psicologiche di cui le Donne sono vittime in tutto il mondo, per parlare di equal pay.
Lungo tutto il mese se ne parla, se ne scrive, si organizzano eventi per dire quanto sia dovuto alla donna, quanto elevato sia il suo valore professionale, umano, femminino, per rileggere le tante frasi e poesie sulle donne, (“Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te/Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto”(Donna, Madre Teresa di Calcutta). Se ne parla e se ne scrive per sottolineare quanto la donna abbia contribuito alla crescita scientifica e quanto abbia influito nel cambiamento sociale. Si fanno nomi su nomi appartenenti ad innumerevoli categorie e ambiti, di grandi donne del passato e del presente che ci fanno da modello. E ogni volta il suo essere donna, i suoi drammi, il suo successo, appaiono come un “caso”, un fatto straordinario , inconcepibile, un chiedersi come sia e sia stato possibile, come a dire hai visto queste donne?!
Insomma ci vorranno ancora generazioni prima che se ne consideri il valore e che si accetti una leadership paritaria in ogni settore sociale. Nella stragrande maggioranza dei contesti culturali permangono ancora molte resistenze. Quando si parla della leadership femminile ci accorgiamo che questo ruolo è ancora fortemente legato a stereotipi culturali fortemente radicati. “E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio” lo diceva Albert Einstein. L’incitamento di Prassagora protagonista di una commedia di Aristofane “Le donne al Parlamento” è ancora attuale “Se non ora quando?”. Basti pensare alle perplessità avute ultimamente a proposito di una donna al Quirinale.
Tra le tante spiegazioni cito la seguente: “… il consolidamento di una nuova e diversa prospettiva di genere provoca una ridefinizione di altri campi della sfera esistenziale, che sono sottoposti a un processo di riorganizzazione in vista di un differente sistema di aspettative di genere: l’organizzazione del tempo, che investe sia la vita individuale sia quella sociale; il sistema di disuguaglianze sul mercato del lavoro; i regimi di welfare; la stratificazione e la mobilità sociale. In questa situazione di transizione, entrambi i generi sono impegnati in una continua sfida per la ridefinizione della propria identità, ciascuno con diversi punti di partenza e finalità: mentre la donna “Moglie, Madre, Manager” vede moltiplicarsi i propri impegni sui diversi versanti della vita sociale oltre che familiare, l’uomo vive una vera e propria crisi di ruolo, a cui risponde con atteggiamenti che vanno dalla messa in discussione della propria figura, all’impiego di comportamenti violenti con cui cerca di difendersi dalla paura di perdere il proprio potere sulla donna”. (Maria Gioia Di Cristofaro Longo).

Noi fidapine siamo fiere di proseguire nel cammino tracciato dalle donne che stanno alle nostre radici: Lena Madesin Phillips, fondatrice della BPWI (Business Professional Woman International) e Maria Castellani , prima presidente della FIDAPA (Federazione italiana Donne Arti Professioni Affari). Donne colte e intraprendenti, donne ambiziose, forti delle loro competenze, attente alla comunità e ai loro bisogni, che in momenti storici particolari hanno aperto un dialogo propositivo, costruttivo, condiviso con le istituzioni internazionali per promuovere i nostri diritti. Incoraggiate dal loro motto di ispirazione che da sempre ci tiene legate: “ Se unite le donne possono raggiungere le stelle”.
Mariella Galvagno


Lena Madesin Phillips, Maria Castellani – link: https: https://www.fidapasenigallia.org/articoli



Anna Lena Madesin Phillips
National Federation of Business and Professional Women

Anna Lena Phillips è nata il 15 settembre 1881 a Nicholasville, nel Kentucky ; era la figlia del giudice William Henry Phillips .Fin dalla giovane età, Phillips voleva uscire dai normali ruoli di genere ed era ansiosa di ottenere un'istruzione. All'età di 7 anni si iscrive al Jessamine Female Institute, dove studia ogni materia offerta, musica compresa. Quando Phillips aveva 11 anni, cambiò il suo nome in "Madesin" (una traslitterazione del francese médecin ) in onore del fratello maggiore George, che studiava medicina a Parigi , in Francia, e divenne medico. Ha usato Madesin come nome per il resto della sua vita. Phillips si è laureato all'età di 18 anni presso l'istituto, con una lode Magna Cum Laude all'Università del Kentucky fu la prima donna a laurearsi con il massimo dei voti. Tornò a Nicholasville dove aprì il suo studio.
La Phillips si recò a New York City in relazione al suo lavoro come avvocato per la Young Women's Christian Association (YWCA) e al suo servizio come segretaria per il Consiglio di lavoro nazionale di guerra.
Ha aiutato a guidare il Comitato nazionale delle donne d'affari degli Stati Uniti a formare un'organizzazione permanente dopo la fine della guerra;
Nel luglio 1919 ad un congresso a St. Louis, Missouri , fondò con loro la National Federation of Business and Professional Women's Clubs of the United States (NFBPWC). Nel 1920 aiutò a fondare il giornale della federazione,l’ Independent Woman.
Nel 1919 la Phillips Incontrò Lacey Baker descritta come "la donna con cui condivido la mia casa", un'attrice e drammaturga americana con cui ebbe una relazione per 36 anni . Phillips e Lacey-Baker hanno operato in un mondo di donne riformatrici socialmente e politicamente impegnate.
Convinta che ottenere l'uguaglianza economica avrebbe consentito alle donne di raggiungere l'uguaglianza negli aspetti educativi, sociali e politici della società,( "... se la nostra motivazione è giusta, se abbiamo fede, visione e coraggio, la realizzazione deve arrivare”), Anna Lena Phillips intraprese tournée di buona volontà in Europa nel 1928 e nel 1929 per raggiungere un pubblico internazionale. Il primo viaggio che ha fatto con i colleghi includeva soste in Inghilterra, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Svizzera e Italia per incontrare donne d'affari professioniste e discutere l'avvio di club nei loro paesi.
La Phillips tornò a Ginevra, in Svizzera , dove il 26 agosto 1930 è stata scelta come presidente fondatrice dell' IFBPW International Federation o f Business and Professional Women.
Morì a Marsiglia nel 1955, in Francia, mentre si recava in Medio Oriente per un incontro con donne arabe. Il suo corpo è stato restituito alla contea di Jessamine, nel Kentucky, ed è stata sepolta nel cimitero di Maple Grove a Nicholasville.
I documenti raccolti da Phillips, dal 1881 al 1955, sono conservati presso la Biblioteca Schlesinger, Radcliffe Institute , Harvard University.
Una storica autostrada è stata eretta sulla US 27 a sud della città per commemorare Phillips e celebrare il suo luogo di nascita.


Maria Castellani - Prima Presidente Nazionale FIDAPA
Nata a Milano il 26 luglio 1896, Maria Castellani, prediligendo gli studi scientifici, dopo il corso liceale si trasferisce a Roma, si iscrive e frequenta l’università e si laurea brillantemente in matematica pura con voti 110 su 110. Successivamente si diploma in scienze statistiche ed attuariali e approfondisce la conoscenza di tre lingue: francese, inglese, tedesco. Volendo entrare nel mondo del lavoro partecipa nel 1920 ad un concorso della Previdenza Sociale e lo vince, e vince pure una prestigiosa borsa di studio al Bryn Mawr College di Philadelphia nel 1924, per cui come funzionaria della Previdenza Sociale le fu affidato l’incarico, prolungando il suo soggiorno negli Stati Uniti d’America, di studiare le calcolatrici per uso statistico, presso il Metropolitan Insurance Co. Di New York. In America conobbe la dott.ssa Lena Madesin Phillips che, fondatrice della Federation of Business and Professional Women, intendeva fondare in Italia ed in altri Paesi un analogo movimento. Tornata a Roma, entusiasta degli scopi di quella associazione e di cui condivide le idee, Maria Castellani con l’appoggio della dott.ssa Adele Pertici Bassi, consigliera al Ministero delle Corporazioni, accesa sostenitrice dell’emancipazione della donna, l’8 gennaio 1929 nell’Atheneum romano di via Condotti fonda il Circolo Donne Professioniste e Artiste. L’avvenimento fu riportato su tutta la stampa e ben presto da Roma l’Associazione si estese a Milano e Napoli. I tre circoli in seguito formarono l’Associazione Nazionale Professioniste e Artiste, di cui la dott.ssa Maria Castellani venne eletta Presidente. A Nord e a Sud d’Italia velocemente sorsero nuove sezioni, Maria Castellani decise di riunirle nella Federazione Italiana Professioniste e Artiste, FIPA, il cui statuto e le cui finalità aderivano agli scopi della Federazione Americana.
Nominata Attuaria dell’Ufficio Internazionale del Lavoro, Maria Castellani si trasferisce a Ginevra e viene coinvolta da Lena Madesin Phillips nell’organizzazione del I° Congresso Internazionale BPW, il cui regolamento prevedeva una rappresentante per ogni Nazione. Con le amiche elvetiche costituì un comitato per l’ospitalità, promosse l’interessamento degli ambienti governativi per la riuscita della manifestazione che si svolse dal 24 al 28 agosto 1930, in cui l’Italia partecipò con 31 delegate; Maria Castellani, in veste di Presidente della Federazione Italiana, e l’ispettrice del lavoro Angiola Maria Guidi, come rappresentante del Governo Italiano. In quel Congresso furono gettate le basi della IFBPW e all’Italia fu riconosciuto il titolo di “promotrice”. Risale a quel periodo l’incontro di Maria Castellani con S.E. Monsignor Roncalli, che era Nunzio Apostolico ad Ankara, il quale si avvalse delle di lei relazioni internazionali per fondare chiese cattoliche in Turchia.
In seguito, iscrittasi all’Albo dei Giornalisti di Roma, Maria Castellani fece parte della redazione della rivista Previdenza sociale, e nel 1932 ebbe il Premio Nazionale per le sue pubblicazioni, sia matematiche che tecniche delle Assicurazioni Sociali. In tutto, pubblicò più di 100 suoi studi e ricerche nel campo scientifico e attuariale, e, come corrispondente de Il Corriere della Sera, si interessò delle prime invenzioni dei computer. Fu di quel periodo il conseguimento della libera docenza, come professore di matematica dell’Università di Roma; ma già apparivano all’orizzonte i bagliori di un conflitto mondiale, si vociferava di mutamenti politici e per Maria Castellani quelli furono momenti critici; per le leggi razziali, nel 1940 viene sospesa dalle sue attività, sia nella Previdenza Sociale che presso l’Università, le furono anche invalidati i suoi titoli di studio, per cui fu costretta a prendere la sofferta decisione di trasferirsi in America.
Negli Stati Uniti d’America fu chiamata a far parte dei professori dell’USAFI (delle forze armate) e decide di diventare cittadina americana. A guerra finita, nel 1946 Maria Castellani torna in Italia, viene reintegrata nelle sue cariche, sia nella Previdenza Sociale che presso le Università di Roma e di Ginevra. Si stabilisce a Roma e viene a conoscenza che l’Associazione era stata ricostituita il 14 febbraio 1945 per iniziativa di quindici valide professioniste, e denominata FIDAPA, Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari, con Presidente la prof.ssa Ines Insabato Joli e con Vice Presidente la sua fedele Urania Pico. Al suo ritorno negli USA, ebbe così la soddisfazione di portare alla Presidente della IFBPW Lena Madesin Phillips il saluto della Federazione Italiana.
Ormai negli Stati Uniti d’America aveva intrapreso una brillante carriera universitaria , divenendo Preside della Facoltà di Matematica nell’Università di Kansas City nel Missouri e Membro dell’Università del New Jersey.
Ma nel suo cuore c’è sempre l’Italia, Roma e l’Associazione, che aveva dovuto lasciare drammaticamente. Giunge così il momento di fare ritorno, si stabilisce a Roma, fino al 1971partecipa ad alcune importanti manifestazioni della FIDAPA; nel 1970 è presente a Napoli per la Cerimonia dei Quaranta anni della Sezione; nel dicembre fa parte delle autorità della FIDAPA.

Tratto da www. Fidapa.org

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